Leggerezza.
Sì, leggere erano le manine che sventolavano stamattina sul
bus per salutare i genitori dai finestrini. Una leggerezza coraggiosa, capace di dire ciao ai genitori, ma allo
stesso tempo capace di dire che voglio provarci.
Con leggerezza si sono subito trovati compagni di questo
viaggio e avendo questa esperienza in comune hanno subito fatto gruppo. Senza
doversi dire nulla, con leggerezza.
Si può vivere con leggerezza, giocando a calcio, ping pong,
fotbalino e battaglia.
I bimbi li ho visto leggeri, stanno bene, sono sorridenti, ognuno
cerca un suo posto, sapendo che un posto c’è.
Nel pomeriggio siamo partita per la valle Piumogna, un luogo
che non lascia indifferenti che interroga sul senso della bellezza, che ci fa
stare bene, con un Pizzo Forno maestoso che ci guarda dall’alto, forse ci
protegge, forse ci ricorda la nostra piccolezza.
I bambini hanno cercato i macroinvertebrati nel fiume. L’hanno fatto saltellando con leggerezza sui sassi. Sono animali che vivono sotto i sassi per tutta la vita. Non solo combattono contro la corrente, aggrappati ai sassi, e respirando con delle branchie. Alcuni come gli efemerotteri passano, l’intera vita allo stato di larva, per poi trasformarsi in adulti per un solo giorno. In quel giorno si riproducono e muoiono. La loro vita è al 99,9% da bambini, e solo lo 0,01 da adulti.
I bimbi dicevano bello! E forse hanno ragione. Forse nel
mondo degli efemerotteri non ci sono presidenti, generali e guerre? O forse
semplicemente nel loro mondo di larve ci sono generali, presidenti e guerre,
mentre allo stato adulto vivono la loro giornata al meglio senza perdere tempo
con cose inutili? Forse la coscienza della finitezza ci farebbe vivere tutti
meglio, è un giorno per l’adulto dell’efemerottero, forse sono 80 anni per noi.
Ma di finitezza sempre si tratta. Come diceva Chestetrton: La vita è splendida come un diamante, ma
fragile come il vetro.
Alla fine la natura diventa uno specchio. Alla fine scopriamo che anche noi siamo vivi e non sappiamo come abbiamo fatto ad arrivare su questo pianeta. Ma in colonia lo si fa con leggerezza. Questo è il regalo della colonia. Ben sapendo che leggerezza non è superficialità, come diceva Italo Calvino, ma leggerezza vuol dire planare sulle cose dall’alto, e non avere macigni sul cuore.
Stasera prima di cena abbiamo giocato a battaglia. - poi abbiamo
passato la serata tra canti e giochi. Il gruppo si è formato. Stiamo imparando
a conoscerci. E tutti stanno bene.
Con quella leggerezza. Intensa.
Grazie mille per questo splendido resoconto!
RispondiEliminaBuone scoperte e buon divertimento!